Non c’è pace, per il cioccolato Pernigotti, una vicenda che tiene la comunità di Novi Ligure in sospeso ormai da tre anni. La proprietà, in mano alla famiglia turca dei Toksoz, prima decide di chiudere lo stabilimento alessandrino, poi cede il ramo gelati al gruppo Optima ma dichiara di voler rilanciare la produzione in Italia, tanto da firmare al ministero del Lavoro, lo scorso 1 luglio, un impegno per circa 5 milioni di nuovi investimenti e dodici mesi di cassa integrazione per tutti e 88 i suoi dipendenti. «Peccato che da quell’accordo sono passati tre mesi e ancora non si sia mosso nulla», dice Enzo Medicina, segretario generale della Fai-Cisl di Alessandria e Asti. Il tempo per agganciare le vendite del Natale alle porte è ormai perduto, così come era stata persa buona parte dell’anno scorso per colpa del Covid. E se non ci si sbriga entro dicembre, si rischia di perdere anche l’opportunità di business rappresentata dalla prossima Pasqua.
«Il fatto è che le linee produttive non sono mai ripartite – spiega Medicina – per questo abbiamo chiesto un tavolo urgente al Governo». La proprietà turca? «Chi l’ha mai incontrata, è dall’inizio di questa vicenda che chiediamo di sederci insieme a un tavolo».